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Intervista Destruction
Scritto da Girli   
Giovedì 30 Settembre 2010 21:50

Intervista Destruction

Destruction

 

21 Dicembre 2008
Appena ho saputo che i Destruction tenevano un concerto a Milano, non ho resistito e ho chiesto subito se era possibile avere un intervista con loro.
Seguo i Destruction dai tempi di 'Eternal Devastation' e quindi è sempre un grande onore poter fare quattro chiacchiere con Schmier, che dall'alto dei suoi quasi due metri può incutere timore ma si dimostra sempre propenso al dialogo e disponibile con i fan.
Dopo aver organizzato tutto, prendo la mia macchina e parto in direzione Milano per assistere ad uno show che risulterà sicuramente indimenticabile: i Thrash Metal Gods Destruction supportati da due giovani band ovvero Debouchery e Scared To Death. Una serata indubbiamente spaccaossa.
Dopo tre orette e mezza di strada giungo finalmente nei pressi del Rolling Stone; lascio la mia macchina al parcheggio custodito, porto le mie cose nell'hotel sopra il locale e mi accingo ad attendere il fatidico  momento. Grazie a Pamela di Kizmaiaz, Holger Brandes, il loro tour-manager, mi contatta e mi dice che Schmier non sarà disponibile per l'intervista in quanto afflitto da un'infiammazione alle corde vocali. Sarà quindi Mike Sifringer a rispondere alle mie domande. Senza esitare mi dirigo nel backstage e Holger mi conduce da Mike.
Sono un chitarrista quindi poter incontrare colui che scrive la maggior parte dei riff della band mi onora ancora di più. Giungo al camerino ed il riccioluto Mike mi accoglie gentilmente.

TMI: Ciao Mike, piacere di conoscerti.

Mike: Hi guy! Piacere mio e benvenuto. Accomodati. Ti va una birra?

TMI: Accetto volentieri. Mi fai compagnia però.

Mike: No no tranquillo, non mi piace tanto bere birra preferisco di gran lunga fumare (risate, Nda). Preferisco bere il mio beverone ai sali minerali ora, Salute (in italiano, Nda).

TMI: Salute Mike. Ci voleva. Bene, solitamente noi iniziamo lasciando aprire l'intervista a chi sta davanti. Puoi dire quello che vuoi.

Mike: Ciao sono Mike dei Destruction... Ok inizia tu dai (risate,Nda).

TMI: Ok. Prima di iniziare complimenti per 'D.E.V.O.L.U.T.I.O.N.',veramente un gran album. E grazie per avermi concesso l'intervista; vi seguo da quando avevo 12 anni e 'Curse The Gods' è stata la prima vostra song che ho sentito. Infatti mi scuso se sono un po' emozionato ma per me è veramente un onore essere qui.

Mike: Ti ringrazio per le belle parole che stai dicendo. Fa sempre piacere sentirsi dire queste cose dai fan e puoi tranquillamente rilassarti perchè l'umiltà è la cosa principale che ci deve essere nelle persone. Con queste parole mi mostri che sei umile e ti posso assicurare che sono umile anch'io. Infatti di solito e Schmier che fa le interviste in quanto io sono di poche parole (ride, Nda).

TMI: Uff... Abbiamo rotto il ghiaccio. Parliamo quindi della vostra ultima fatica in studio. Io lo trovo un album potente ed originale in quanto si sente che è un album dei Destruction ma allo stesso tempo presenta anche degli elementi moderni, unendo il Thrash di pura matrice '80 con un sound corposo e chitarre taglienti. Che mi puoi dire a riguardo?

Mike: Quando abbiamo iniziato a comporre le song, io e Schmier volevamo fare qualcosa di differente rispetto a quanto fatto in passato. Cercavamo qualcosa che unisse la melodia con il tipico Destruction sryle ma che andasse anche oltre il nostro tipico sound. Credo che forse ce l'abbiamo fatta. Al primo momento pensavamo anche che i fan sarebbero stati spiazzati ma sinceramente ti dico che non seguiamo quello che vogliono i fan. Facciamo sempre quello che ci piace e fortunatamente i nostri fan ci hanno sempre supportato, quindi non posso che essere soddisfatto.

TMI: Sicuramente. E' vero che al giorno d'oggi è anche molto difficile riuscire a fare qualcosa di veramente originale; credo che voi ci siate riusciti.

Mike: Credo anch'io che il nostro sound sia unico nel suo genere. Diciamo che abbiamo cercato di non annoiarci e di mettere dentro qualcosa che ritenevamo unico in quel momento.

TMI: Anche nel songwriting è veramente devastante. Da dove avete tratto ispirazione per i testi?

Mike: Bella domanda. Di solito è Schmier che scrive i testi delle nostre songs ed anche una buona parte dei riff è sua. Parlando dei testi non riesco ad essere preciso ma ti posso dire che Schmier è geniale nel creare questi scenari apocalittici e tante volte stupisce anche me per quello che è in grado di tirare fuori. Io ti posso rispondere meglio per quanto riguarda le mie parti di chitarra in quanto partecipo nella composizione. Dal mio punto di vista ti posso dire che prendo ispirazione da quelle che sono le mie influenze, le band che ascoltavo, e cerco di portarle all'interno della nostra musica dandogli un suono più violento ed un riffing devastante.

TMI: Da quali band sei stato influenzato?

Mike: Generalmente sono le vecchie band che ascoltavo quando ero ragazzo quindi: UFO, AC/DC, ecc... prevalentemente Hard Rock e  Heavy Metal '70-'80. Anche se in effetti ascolto molte cose quindi la lista sarebbe lunga.

TMI: Non avevo dubbi che la tua lista fosse infinita. Poi venite dalla Germania quindi sicuramente tra Metal e Punk avete avuto modo di prendere ispirazione da molte band. Il movimento Metal tedesco ha influenzato i metallari di tutto il mondo e per diverse generazioni, in più anche voi fate parte di questo movimento e quindi non serve aggiungere altro.

Mike: Sia io che Schmier abbiamo tratto ispirazione dalle band che c'erano prima di noi e quindi essere considerati parte di quel movimento Metal non può che renderci orgogliosi delle nostre fatiche di tutti questi anni.

TMI: Quanti anni avevi quando hai iniziato a suonare la chitarra?

Mike: Dunque. Avevo 13 anni quando ho cominciato a suonare. Sono passati trent'anni, infatti ora ne ho 43 ma mi sembra di aver iniziato ieri a suonare. Gli anni passano e siamo sicuramente più maturi ora ma la voglia di suonare è sempre la stessa e quindi sembra che il tempo si fermi. Magari (risate, Nda).

TMI: Torniamo ora a parlare di  'D.E.V.O.L.U.T.I.O.N.'; la mia canzone preferita è 'Vicious Circle'. Adoro il modo in cui inzia; con quel riff pulito ed i cori che sembrano gregoriani per poi sfociare nella violenza più pura e dove fa da padrona la tua chitarra. Ho visto anche il video e mi è piaciuto vedervi in azione in studio. Cosa mi puoi dire riguardo ai testi ed alla composizione di questa song?

Mike: Grazie ancora per i tuoi complimenti. Riguardo al modo di comporre non c'è molto da dire; se hai visto il video ti puoi fare un'idea di come sono i Destruction in studio. Ci sediamo sul divano, ci rilassiamo e cominciamo a suonare ed a portare le nostre idee. Gli altri bevono qualche birra, io mi fumo la mia cannetta (risate, Nda) e la canzone prende vita.

TMI: Eh Eh mi ricordo il video. Il joint infilato tra le corde sulla paletta della chitarra era immancabile.

Mike: Ognuno ha i suoi vizi (risate, NdA). A parte gli scherzi mi piace anche bere ma solitamente preferisco bere un buon bicchiere di vino in compagnia o cenando.

TMI: Beh. Avete Schmier che è un buon cuoco e quindi sicuramente non mancheranno le occasioni.

Mike: Sì è veramente un bravo cuoco e ogni tanto ci fa qualche cena. Anche a me piace cucinare, mi piace prevalentemente cucinare la carne e voi italiani siete fenomenali nella cucina.

TMI: Sì ce la caviamo bene. Io non so cucinare però sono bravo a mangiare.

Mike: Serve qualcuno che dia soddisfazione a chi fa da mangiare e che faccia i complimenti tra un boccone e l'altro. Tu saresti utile comunque (risate, Nda).

TMI: In quello me la cavo divinamente. Torniamo a noi. Ho visto che nell'album ci sono state anche delle collaborazioni esterne. Com'è andata la collaborazion

Mike: Sì abbiamo avuto degli special guest fenomenali. Vinnie Moore e Jeff Waters ci hanno dato un contributo eccellente. Purtroppo non li abbiamo incontrati di persona, gli abbiamo spedito il materiale e loro hanno inserito le loro parti. Siamo pienamente soddisfatti del risultato.

TMI: Al giorno d'oggi si ha la possibilità di spedire il materiale via mail e di lavorare tramite il computer ma una volta non era così. Ti mancano quei peridi?

Mike: E' vero una volta era completamente differente. Per avere una collaborazione con qualcuno dovevi per forza incontrarlo e lavorare insieme a lui per inserire la sua parte. Sinceramente mi manca quel periodo perchè il risultato era carico di feeling ed eri doppiamente soddisfatto di quello che facevi. Al giorno d'oggi siamo dominati dal tempo, le cose devono essere svolte velocemente ed in più la tecnologia ti permette di restare fermo dove sei ed arrivare comunque al risultato finale. Riesci ad arrivare al tuo risultato in meno tempo in quanto tramite il computer puoi cancellare quella determinata traccia e rifarla di nuovo in poco tempo. Una volta dovevi cancellare tutto e rifarlo nuovamente.
Sinceramente parlando la tecnologia è utile ed anch'io uso il computer a casa per creare possibili pezzi e comporre; resta il fatto però che quelli della mia generazione, che sono cresciuti musicalmente negli anni in cui non c'erano queste cose, sono d'accordo con me nel dire che quando creavi un album o una song sudavi veramente ed eri doppiamente soddisfatto.
Pensa ad un album come questo se fosse uscito nel periodo in cui non c'era tutta questa tecnologia. Ci avremmo messo tanto tempo per realizzarlo, avrebbe avuto un sound più caldo e saremmo stati doppiamente orgogliosi.

TMI: Ho parlato una volta con Ian Paice di questo. Mi ha detto che più scatole da usare e bottoni da schiacciare hai in studio, più scatole usi più bottoni schiacci. Da un lato è riduttivo ma dall'altro è sicuramente un miglioramento.

Mike: Grande Ian Paice. Comunque quello che dice è vero. Oggi funziona così.

TMI: Sono chitarrista anch'io e sono cresciuto con la scuola Motorhead. Gain al massimo e fai più rumore possibile.

Paul: Quella di Lemmy è la scuola migliore. Se dovessi seguire l'istinto direi fanculo al computer e farei la stessa cosa con la mia chitarra. Però al giorno d'oggi in studio ti ritrovi anche a girare manopole e sei incuriosito da ciò. Quindi ti viene anche voglia di tentare con la tecnologia.

TMI: Cambiando discorso. Cosa ne pensi del music business?

Mike: Se devo parlare guardando quello che sta accadendo alle nuove generazioni ti posso rispondere che i produttori cercano di avere in tasca più soldi possibili cercando di vivere alle spalle della giovane band. Tante volte non gli danno il giusto aiuto e questa band si ritrova sulla strada dopo essersela presa nel culo. Fortunatamente questo non sta succedendo a noi perchè siamo una band storica e siamo liberi di fare quello che ci sentiamo di fare. Quindi sappiamo da soli come muoverci e siamo in grado di capire quando uno te la vuole mettere nel culo. Abbiamo esperienza e fortunatamente ci chiamiamo Destruction. Chi ascolta Metal difficilmente si dimenticherà di noi ma una giovane band oggi cosa fa? Tutto sta diventando di tendenza. Oggi fanno una cosa e domani saranno stufi e ne faranno un'altra. Io ho sempre creduto in quello che ho fatto e non ho mai smesso di suonare. C'è stato un periodo in cui alla gente non andava più il Metal e quindi nessuno ci filava. C'erano state delle tensioni interne e la band si era sciolta ma fortunatamente tutto si è risolto e siamo ancora qua. In sostanza bisogna credere in quello che si fa e mai mollare però è chiaro che serve anche un po' di fortuna.

TMI: Come hai detto prima, è vero che se hai un nome e sei conosciuto sei sicuramente più libero di agire.

Mike: Certo. Il tuo nome è già conosciuto quindi fai meno fatica di altri ma le giovani band si devono sbattere di più. La cosa ideale è quindi non arrendersi e credere in ciò che si fa.

TMI: Tornando a parlare di chitarra. Quali sono i chitarristi a cui ti sei ispirato?

Mike: Beh. All'inizio ero influenzato da Ritchie Blackmore; in un secondo momento da Michael Schenker e altri nomi della scena anni 70-80. Comunque non sono stato influenzato solo da chitarristi Metal e Rock, un nome a cui sono molto affezionato è Django Reinhardt. Ho sempre adorato il suo stile chitarristico.

TMI: E' veramente impressionante sentire cosa riusciva a fare utilizzando solo le uniche due dita che poteva muovere.

Mike: Mi ha sempre impressionato ed ancora adesso appena ho un po' di tempo mi ascolto le sue cose.

TMI: Tornando a voi. Prima abbiamo parlato di composizione seduti sul divano. Come nasce una canzone dei Destruction?

Mike: Solitamente io utilizzo il mio computer. Per prima cosa vado sul drum programming e fisso una possibile base. Poi ci suono i riff che possono andare bene e scelgo quello che mi piace di più e poi arriva Schmier a dire che non va bene e mi tocca rifare tutto (risate, Nda ). No a parte gli scherzi, io e Schmier ci confrontiamo e insieme vediamo quello che può andare bene ed  eventualmente ci lavoriamo provando insieme io e lui, se il risultato ci soddisfa la teniamo e ci lavoriamo per rifinire il tutto.

TMI: Bene Mike, arriviamo ora alla fatidica domanda. Se i Destruction non ci fossero stati che cosa avresti fatto nella tua vita?

Mike: Well. probabilmente sarei andato a vivere in Jamaica. Forse avrei fatto qualcosa là e magari mi sarei fatto i dreadlocks (risate, Nda ).

TMI: Ci sei mai stato?

Mike: No. Ma mi piace quello che ci cresce (ride, Nda ). Sinceramente non lo so cosa avrei fatto ma sono contento di quello che sto facendo ora e mai cambierei.    

TMI: Parlando di concerti. Dove ti piace suonare di più?

Mike: Solitamente mi piace suonare nei posti dove la gente è calorosa, dove urlano durante tutto lo show e dove si crea il pogo più devastante. Questo solitamente accade in Sud America ed in Italia. Anche se devo dire che al momento lo show migliore che abbiamo fatto è stato ieri sera. Eravamo in Svizzera in un locale che si trova a confine con la Germania e ti posso dire che abbiamo fatto il macello. Non ho mai visto gente così distrutta alla fine di un nostro show.    

TMI: Speriamo di fare altrettanto stasera. E parlando di qualcosa di divertente accaduto durante i tour?

Mike: Ora non mi viene in mente niente di particolare però ti posso dire che ogni momento che passo in tour è divertente. Dalle interviste allo stare sul palco. Conosciamo molte band più giovani di noi e con le quali ci divertiamo anche durante gli spostamenti.    

TMI: Ti piace qualche band italiana in particolare?

Mike: Mi piacciono molto i Buldozzer e i nomi storici del Thrash Metal italiano. Non ci abbiamo mai collaborato insieme perchè sono un po' più vecchi di noi.  Mi piacciono molto anche i Necrodeath.    

TMI: Eravate in contatto con loro?

Mike:In quel periodo tutti i gruppi che facevano questo genere erano in contatto. Ci si spediva i demo via posta e ci si scambiava anche il merchandise. Era un bel modo per stare in contatto ma oggi con la tecnologia si è un po' persa quella magia underground.

TMI: Avrei altre cose da chiederti ma il tempo stringe e mi sa che hai altre cose da fare.

Mike: Sì infatti, sarei stato qua a parlare ancora e ti avrei offerto un'altra birra ma purtroppo devo andare.    

TMI: Mi lasci un free message per i nostri lettori?

Mike:Siate come siete e ricordatevi che il Rock è il re e vi domina (risate, Nda ).

TMI: Grazie Mike e buono show.

Mike: Grazie dell'intervista e alla prossima.

E questo era Mike Sifringer, una persona molto riservata ma che quando si trova in buona compagnia si racconta e non ti lascerebbe andare via. In attesa del loro show il sottoscritto si ritira.
Stay Metal.