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Intervista Graveworm
Scritto da Stefano   
Martedì 05 Ottobre 2010 10:47

Intervista Graveworm

Graveworm

 

15 aprile 2006
TheMurderInn ha il piacere di incontrare, all’interno del suo “ambiente”, Eric, il chitarrista dei Graveworm. Una chiacchierata iniziata in maniera a dir poco casuale si è rivelata prolifica di novità e conferme. I Graveworm si confermano uno di quei gruppi italiani che “ha successo” e questo non può che far piacere.
Ma lasciamo la parola ad Eric, che dopo un inizio spiazzante da parte del sottoscritto (leggete con che razza di domanda ho introdotto il tutto), si è rivelato cordiale e molto simpatico.


Stefano:
Eccoci qua Eric. La prima domanda che volevo farti è questa: perché vuoi un’intervista?

Eric: (pausa) Abbiamo fatto un’intervista per TMI, dopo una data in Slovenia come headliner con due gruppi locali come supporto invitato da Alberto degli Slowmotion Apocalypse (cui ci lega un senso di amicizia). In quell’occasione TMI ci aveva fatto un report della serata. Avevamo il piacere di fare un’altra intervista con voi. (In più i Graveworm hanno rilasciato un’intervista a TMI anche in occasione dello Scaligero Metal Party nel 2005).    

Stefano: .: Incomincio in maniera abbastanza polemica. Il ruolo della tastiera nel vostro gruppo. Ho potuto sentire il vostro concerto casalingo al KuBo e mi sento di dire che la tastiera non aveva un ruolo importante, sovrastata com’era dai riff di chitarra.

Eric: Per l’evoluzione penso che la definizione di band gothic-black sia abbastanza stretta, (N)Utopia prende direzioni diverse per la composizione. I pezzi dell’ultimo Cd sono stati scritti solo su riff di chitarra e non più su binomio tastiera + chitarra. Le composizioni si basano principalmente su chitarra. Le tastiere arretrano da ruolo principale a secondario. Serve comunque evoluzione.

Stefano: Parlaci del nuovo CD

Eric: Stiamo lavorando (Eric e Thomas, che ha preso il posto di Lucas –compositore principale di (N)Utopia-, perché è un buon musicista, ha buone idee e, avendo fatto tour con i Graveworm, ha fatto esperienza). I nuovi pezzi avranno una evoluzione, cercando di mantenere la linea Graveworm. L’evoluzione (concetto ribadito più e più volte nel corso delle prime battute dell’intervista, N.d.A.) serve, a meno che non ti chiami AC/DC o Motorhead, che riescono a proporre sempre la stessa musica ma con risultati eccellenti.

Stefano: Guardando il panorama musicale estremo si nota una certa propensione (anche se è meglio dire abuso) all’uso delle sinfonie all’interno della fascia estrema del metal. La mossa più estrema sarebbe toglierle, che ne dici?

Eric: I Graveworm, infatti, le tolgono perché hanno messo sinfonie per tanti anni. (N)Utopia è stata una sfida perché ha limitato le tastiere, e questo limite è stato una cosa voluta.

Stefano: Cosa ti ispira (musicalmente parlando)?

Eric: (attimo di pausa) Non ascolto quello che suono. Il mio gruppo preferito sono gli ISIS (che mi permettono di avere emozioni fortissime), Katatonia, Depeche Mode (quelli più darkeggianti) e, quando ho voglia di qualcosa che spacca, del brutal death vecchia maniera come Cannibal Corpse e Suffocation. Ma niente voci femminili. Ma all’interno del gruppo ognuno ha il proprio gusto musicale.

Stefano: Collegandomi a quest’ultima cosa, come fate a unire i vari gusti musicali nella vostra musica?

Eric: Anni fa le cose erano più semplici, perché si avevano, più o meno, gli stessi gusti musicali, con la maturità musicale la situazione è diventata più difficile ma più interessante. Avendo la mente più aperta si riesce a creare cose più particolari, più personali.

Stefano: Come vedi questa situazione, avete subito un mutamento della line-up, state creando un nuovo CD, state subendo un cambiamento di natura musicale e state per partire per il tour USA.

Eric: Per un gruppo italiano (e, specificatamente, altoatesino) il tempo stringe, il tour USA (il primo) sarà un’esperienza bellissima, frutto del lavoro di tutti questi anni, nonché realizzazione personale dopo anni di sacrifici e sogni. Cosa succederà dopo? Questo non lo so, si vedrà. Nel tour USA suoneremo come secondo gruppo e saremo insieme a gruppi come VADER, KATAKLYSM, NUCLEAR ASSAULT, SPEED KILL HATE e THE ABSENSE.

Stefano: L’andate in tour in USA e finalmente potete entrare in contatto con la cultura USA…

Eric: Noi sappiamo come andiamo in Europa, gli USA saranno una prova per noi stessi e per l’etichetta, prevendite stanno andando alla stragrande. Alle prime due date in Canada c’è stata prevendita di 1000 biglietti a serata, mentre per il resto del tour negli USA la media è di circa 300-400 biglietti per serata.

Stefano: Visto che andate in tour in America, non pensate mai all’Ozzfest (il festival americano “estremo” più conosciuto), visto che i Lacuna Coil hanno aperto la strada anche ai gruppi italiani.

Eric: (breve pausa) I Lacuna Coil li stimo perché Italiani, ce l’hanno fatta a sfondare e hanno venduto bene in USA, ma comunque hanno a favore che la cantante dei Nightwish sia stata buttata fuori dal gruppo e hanno perso “appeal” di un tempo. Non fanno la stessa musica, però…

Stefano: mi dici della vostra etichetta, la Nuclear Blast? Vi fa molte pressioni? La cambiereste?

Eric: Ci troviamo bene. La paura iniziale è di essere dei pesci piccoli in un grande acquario, ma si è dimostrato il contrario; lavorano molto per noi a livello di tour, pubblicità… ci supportano bene. Le case discografiche fanno bene a fare pressioni perché è nell’interesse del gruppo essere presenti nella scena, produrre un CD all’anno, che il nome del gruppo sia presente il più possibile. La Nuclear Blast è etichetta prestigiosa, finchè c’è un buon rapporto reciproco è chiaro che non cambieremo, ma se mutano le condizioni potremmo cambiare anche se adesso non ci pensiamo visto che siamo soddisfatti (ammetto di aver fatto la domanda “la cambiereste?” in maniera maliziosa, pensando alla classica risposta “no, mai”… devo ricredermi, N.d.A.).

Stefano: Pensate ad un DVD?

Eric: Con (N)Utopia la Nuclear Blast ha fatto un cofanetto con il nuovo Cd più un DVD contenente 2 date live (Germania 2003 e una in Francia) e, in più, hanno inserito anche una bandiera dei Graveworm come gadget. Questo cofanetto è stato proposto come “limited edition” (1000 copie) e sono andate tutte a ruba.

Stefano: Cosa mi dici della scena italiana? Da come la vedo io è abbastanza “oscena”. Poca promozione, poco supporto alle nuove band… Che ne dici?

Eric: Esiste una miriade di gruppi validi (Slowmotion Apocalypse, The Secrets…); a livello di distribuzione, di scena musicale, la scena italiana rimane unicamente sul suolo italico e non si espande. La fortuna dei Graveworm è stata che, vivendo vicino al confine, siamo riusciti a portare la nostra musica in Europa rispetto ad altri gruppi italiani. Cercare fortuna all’estero ha pagato ma non dimenticando di essere italiani. I pochi tour italiani sono dovuti al fatto che la promozione è prevalentemente rivolta verso l’estero.

Stefano: Restringendo ancora di più lo spettro… cosa mi dici dell’Alto Adige?

Eric: Ogni volta che suoniamo a casa (e suoniamo poco) è un successo. I fans dell’Alto Adige capiscono e ogni volta che facciamo la presentazione del nuovo Cd in Alto Adige, il pubblico è fiero di quello che facciamo.

Stefano: Stiamo arrivando alla fine. Ma prima vorrei farti una domanda classica, un “must” della nostra webzine. Cosa consigli ai gruppi esordienti?

Eric: Suonare tantissimo dal vivo e cercare contatti/agganci all’estero e non mollare mai e credere fino in fondo a quello che si fa, soprattutto per una questione personale.

Stefano: Eccoci ai saluti finali Eric. TMI è molto contenta di aver fatto questa chiacchierata con te e ti lasciamo un po’ di spazio per fare un tuo commento finale.

Eric: Grazie a te e a TMI, auguro alla redazione (che crede in quello che fa) tanta fortuna, ci vuole tanta passione per la musica anche per il vostro lavoro. Un saluto particolare a tutti i fans italiani che credono in noi, senza pregiudizi. Spero di poter calcare il suolo italiano con più tour.
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