live in italy

19.04.2024
Menu Principale
Risorse
Murderletter
Nome:
Email:

 

online poker

SWFobject

Contenuto alternativo flash

È necessario aggiornare il tuo Flash Player

Get Adobe Flash player

FacebookMySpaceTwitterGoogle BookmarksLinkedinRSS Feed
In Flames Milano 2004
Scritto da Martrix   
Venerdì 28 Maggio 2004 11:49

In Flames

29 Aprile 2004
Milano (Mi)
- Alcatraz

 

Era  una serata buia e tempestosa. quando, misantropo e fiero, sono giunto in quel di Milano per assistere a una gustosa serata metallica, in compagnia degli svedesi più svedesi del mondo: gli In Flames!

Dopo una affannosa ricerca e un bel po' di strada fatta sotto la pioggia, tormentato dal ticchettio dell'orologio che segnava il mio infame ritardo (lo show doveva iniziare alle 18.30, io sono arrivato alle 19.), giungo finalmente all'Alcatraz.

Inutile dirlo, lo show inizia non prima delle 20 (complimenti, un'ora e mezza di ritardo non è male.), e a calcare le scene per primi sono i tedeschi Caliban, provenienti dalla scena hardcore, che ci allietano per quaranta minuti buoni con il loro death/trash slayeroso. I cinque sono una vera e propria furia della natura, suonano benissimo, e dimostrano di saper intrattenere il pubblico con grande abilità, grazie anche ad un light show degno delle band più affermate. Momento topico della loro esibizione: il cantante divide le prime file in due fazioni, regalandoci uno spettacolare wall of death; braccia e gambe dappertutto, gente per aria.una meraviglia! Pochi i rimpianti: un suono un po' troppo casinaro e impastato, colpa come al solito della regola (zozza, a mio parere) PIU' CASINO=PIU' DIVERTIMENTO, e una certa ripetitività del repertorio della band, che magari dopo un po' tende a stufare. Vabbè, poco male!

Dopo una mezz'oretta di pausa, ecco saltare su i DevilDriver, nuovo progetto di Dez Fafara dei Coal Chamber, che ci presentano il loro debut omonimo. Devo ammettere di essere partito un po' prevenuto nei confronti di questo gruppo, che mi era stato presentato da un amico come una sorta di nu-death metal a la Slipknot, idea che non mi entusiasmava poi così tanto. Ora, io non so cosa diavolo ho sentito, ma a me è sembrato più death che altro. Sarà perché dal vivo la musica piace sempre di più, sarà perché la band ha veramente delle frecce al suo arco, alla fine a me sono piaciuti. Ma, considerando che hanno solo un album alle spalle, e che hanno suonato meno dei Caliban, come mai non hanno suonato LORO prima dei tedeschi, che, fra l'altro, di gavetta e di dischi ne hanno fatti un po' di più? Bah, misteri.

in flames

Comunque, i gruppi spalla se ne vanno, arrivano le dieci, le luci si abbassano e la grande scritta sullo sfondo del palco si illumina: e quella scritta dice IN FLAMES!!!

Gli svedesoni zompano sul palco e danno il calcio d'inizio con "Dead Alone", dal loro ultimo album "Soundtrack To Your Escare". Fortunatamente, sono uno di quelli che ha apprezzato il CD e quindi posso godermi la serata in santa pace. Si prosegue con "Pinball Map", "System", le mitiche "Episod 666" e "Embody The Invisibile", giusto per dare un assaggio della vasta produzione dei cinque. Il suono pare un po' migliorato, per fortuna, anche se il volume è sempre un po' esagerato. I ragazzi dimostrano di essere in forma, e si vede che sanno quello che fanno. Daniel Svensson, dietro le pelli, ci ricorda che non serve fabbricare metronomi, perché ci sono già in natura! I due "axe-men" Jesper e Bjorn sono affiatatissimi (com'è ovvio) e il buon Anders ce ne da. OK, non è Mikael Stanne, ma cazzo è sempre un buon cantante: qualche problema in più sorge quando deve replicare le complicate parti vocali dell'ultimo album, che spesso vengono fuori molto semplificate, ma lì il pubblico ci mette una pezza, perché stanno tutti a cantà! Lo show prosegue con un sacco di pezzi di Clayman (bellissima l'esecuzione di "Square Nothing"), Colony e i due singoli di Reroute To Remain ("Cloud Connected" e "Trigger", con un ritornello che fa cantare proprio tutti). La proposta di pezzi dell'ultimo album (tra cui "Touch Of Red", "In Search For I") è discreta, e non prende il sopravvento sulla scaletta. Bravi! Nota di demerito, invece, per non aver proposto niente da Jester Race: insomma, almeno "Moonshield" era DOVUTA! Vabbè.

Dopo un bel momento in cui, durante l'esecuzione di "Only For The Weak", Anders ci invita a saltare per essere ripresi nel DVD che verrà realizzato a fine tour, il concerto si chiude con "My Sweet Shadow", uno dei pezzi sicuramente più sperimentali del nuovo album, quindi scelta coraggiosa.

In conclusione, che dire: ottimo concerto, ben suonato e buona scaletta, nonostante la lacuna di Jester Race. Forse anche un po' troppo professionale, ma d'altronde era inevitabile da parte di una band che se ne va in giro da più di dieci anni ed è al livello in cui è.

Un'ultima cosa: ma come mai sul sito non c'è nemmeno una foto della data italiana, cacchio? Ci sono le foto della data prima, di quella dopo, e della nostra.nada! Ahò, ma ci prendono per il culo?