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Voghera Rock Festival Pavia 2004
Scritto da Edoardo Baldini   
Sabato 28 Agosto 2004 11:56

Voghera Rock Festival
Yes - PFM - Malavida - Toni Paglìuca (Le Orme)
2 Luglio 2004
Voghera (PV)

Eccomi qui a parlare di uno dei concerti più significativi della mia vita, uno di quei concerti che non scorderò mai, che rimarranno impressi per sempre nella mia memoria: due mostri sacri del progressive rock anni '70 nello stesso luogo, uniti da un'amicizia lunga 35 anni e dal desiderio di divertire il pubblico, come il "vero protagonista" delle esibizioni (parole di Franz di Cioccio, batterista e cantante della PFM).
Ma quali sono queste due bands? Solo gli Yes, il più famoso e celebre gruppo progressive della Gran Bretagna e forse del mondo; e, come annunciato qui sopra, la Premiata Forneria Marconi (PFM) che, dal 1972, anno della pubblicazione di "Storia di un Minuto", ha fatto riscoprire l'importanza della musica italiana nel panorama internazionale insieme a formazioni ormai sciolte, come "Area", "Le Orme", e "Banco del Mutuo Soccorso".
Questo è solo il concerto iniziale del Rock Festival di Voghera (PV). Chiunque, leggendo però l'elenco degli artisti previsti per i giorni successivi, può solo rassegnarsi e godersi la serata, poiché Yes e PFM sono gli unici che si possono definire "Rock".

L'esibizione ha inizio alle 19.30 nell'ex caserma di cavalleria di Viale Kennedy. Sono partito da Pavia con mio padre alle 17.00 per non rischiare di rimanere nel traffico, perdendo così parte della serata musicale, pur avendo comprato 2 biglietti numerati, per la "modica" cifra di 46 Euro ciascuno.
Con mia grande sorpresa però, quando alle 19.00 mi presento in Viale Kennedy, noto che la tribuna dei posti numerati è distante "solo" almeno 500 metri dal palco principale; quindi, disperato per i soldi spesi inutilmente, lascio il "privilegio" a mio padre e mi avvio verso il palco, guadagnando la prima fila.
In un palco di supporto, posto alla destra del principale, con 30 minuti di ritardo, alle 20.00, comincia il primo concerto.

E' un gruppo di Napoli, i Malaavia, che accompagnano Yes e PFM nella data vogherese. Anche questa band ripropone un progressive rock anni '70, unito ad elementi popolari napoletani, proprio come in un primo "Arbeit Macht Frei" degli Area. Unica ambiguità e sorpresa nella line-up? Ebbene compare come tastierista dell'organo Hammond il signor Tony Pagliuca, eccezionale membro de "Le Orme", il cui ultimo album risale al 1996.
I Malaavia si presentano con un bassista/cantante, Tony Pagliuca all'organo, un tastierista, un batterista e un percussionista.
Secondo me la formazione napoletana ha dato prova di grande sicurezza e desiderio di riscoprire quei suoni, dimenticati dall'incalzante evoluzione del genere in 35 anni. Quasi tutte le canzoni sono caratterizzate da testi che uniscono italiano e dialetto napoletano, strane percussioni e note rimbombanti di organo.

A mio avviso l'unico vero punto debole della band partenopea è costituito dai testi, semplici e banali, che non sono degni di una musica ben congegnata e strutturata.
Alla fine dell'ultimo pezzo, "Sguardo verso il Cielo", brano più celebre composto dai "Le Orme" (tratto da "Collage", 1971), dopo applausi infiniti alla straordinaria band nostrana, mi sposto sull'ala destra del palco principale, dove i tecnici stanno collaudando chitarre, tastiere e microfoni.
Alle 20.30 ecco salire sul palco Franco Mussida, il chitarrista della PFM, che saluta gli spettatori.
E' il delirio. La maggior parte delle persone presenti, intenta a cercare dischi da collezione da comprare al banco dei cd e dei vinili o in coda al chiosco delle bibite, comincia a spostarsi e a spingere per guadagnare una posizione migliore.
Ma io ho già "conquistato" un posto in prima fila, pur sapendo di non aver niente per ristorarmi, di essere facile preda delle numerose zanzare e di dover restare in piedi per più di 3 ore, dopo un'altra trascorsa allo stesso modo per ascoltare i Malaavia.

voghera rock festival

Ebbene ecco l'urlo del pubblico quando Franz di Cioccio, mitico batterista che capeggia la band italiana, sale sul palco.
La PFM ripropone una delle scalette preparate, la più adeguata per la serata; quasi tutti i brani sono tratti da "Photos of Ghosts", uno dei più importanti lavori della loro carriera, datato 1973.
Ecco quindi "River of Live" e...introdotto allegramente da Franz, che diventa vero trascinatore della folla, "Celebration".
Via via tutti i pezzi più famosi...anche se io, come credo la maggior parte dei "progressivi" presenti, avrei preferito ascoltare dal vivo qualche canzone tratta da "Chocolate Kings" e da "Suonare Suonare".
In ogni caso il gruppo ha suonato in modo eccezionale, come eccezionali erano tastiere, violino, batteria e basso.
Molte le battute di Franz, tra cui la critica alla scenografia degli Yes, costituita da alcuni palloni bianchi gonfiati a forma di mani e di delfini, paragonati a "preservativi volanti"...oppure l'appello alle "zanzare che hanno rotto le palle!"...o ancora qualche considerazione sugli ultimi Europei di calcio, dato che la Grecia, Paese natio del bassista, era in finale (e poi ha vinto!).
Tanti però anche i momenti legati al ricordo di band del passato come Area e King Crimson...pensiero accolto positivamente con molti applausi da parte di tutti noi sotto il palco.

L'insopportabile security del Festival mi si avvicina intimandomi: "Ragazzino, niente foto!"; per nulla rattristato dal richiamo, lascio che questi membri dello staff si voltino da un'altra parte, e continuo a scattare ancora più foto...anche se la maggior parte di queste, tra gli spintoni del pubblico, il buio e la mia mano non fermissima, sono riuscite male oppure sono risultate mosse.
Per ricordare questo secondo concerto della serata, trascrivo una parte di un testo significativo per la band, "Suonare Suonare":

 

Stringo fra i denti le labbra, i miei pensieri
Ricordo come ero ieri ma perché poi dovrei dimenticare
Quel gioco d'oltremare, no, non ci sto
Salgo su un'auto che mi porta via, via, via
E allora sì, torno a girare là dove c'è musica

 

La PFM poi, richiamata sul palco nuovamente dagli spettatori entusiasti che cantano a squarciagola, conclude con un ultimo brano e lascia spazio ai cinque inglesi acclamati dalla folla.
Siamo ormai molto in ritardo nella serata...e, data la pessima organizzazione del concerto, gli Yes salgono sul palco arrabbiati e delusi dallo staff.
Addirittura ne risente molto Rick Wakeman durante il concerto poiché ha diversi problemi con una tastiera Korg e chiama più volte sul palco un tecnico mentre continua a suonare sulle altre sei tastiere.

 

Il concerto degli Yes è stata una "carrellata" dei pezzi più celebri e della carriera fantastica e inimitabile della band. Squire e Wakeman si presentano con look "rockettaro anni '70" alla "Rolling Stones": giubbotto lungo fino ai piedi e capelli lunghi.
L'aspetto di tutti però è molto cambiato rispetto alle immagini presenti sui primi LP, ma la resa musicale è sempre altissima.
La voce stridula e acuta di Anderson apre ogni pezzo; ecco quindi "Going for the One", "Sweet Dreams" e "I've Seen all Good People", "Mind Drive"...fino ad arrivare ad alcuni commoventi brani, come "Owner of a Lonely Heart" e...l'inaspettata "And You And I".
Qui la commozione mia e del pubblico raggiunge livelli altissimi...mi metto a cantare posizionando la mia macchina fotografica in mezzo alle ginocchia, alzando le braccia e ascoltando i primi accordi di Howe che cambia ben quattro chitarre in tutta la canzone.
Con questa, la mia preferita in tutta la loro carriera, sta per chiudersi uno dei concerti dell'anno e addirittura del secolo per Voghera e per la provincia di Pavia (nei lontani anni tra i '70 e gli '80 anche gli Area di Demetrio Stratos avevano suonato nello stesso luogo).

 

Così gli Yes stanno per chiudere la serata e dopo il primo saluto affettuoso e riconoscente degli spettatori si dirigono nel backstage, per essere richiamati sul palco a suonare l'encore "Roundabout". Nelle file dietro di me la gente inizia a saltare e a ballare sulle note di questa, mentre io sono intento a scattare quelle foto che verranno tutte mosse e buie.
Ma anche se il report fotografico non è soddisfacente, questa mia lunga descrizione del "Prog Rock Festival" di Voghera, come mi piace chiamarlo, è la testimonianza che ho vissuto quei momenti serenamente e con l'unico scopo di ascoltare della buona vecchia musica...cosa difficile a dirsi in questo periodo di "rivoluzioni" sonore.
Il pubblico infine chiedeva "Gates of Delirium" o "Close to the Edge", ma Anderson, che già aveva preannunciato con un "No, it's too late!", esce di scena con i quattro compagni, dopo un'ora e mezza di assoli di chitarra, rulli di batteria, scale virtuosistiche di tastiera, presenze sceniche da "real-rockers" (mi riferisco a Squire) e tempi irregolari.
E infine quando mi allontano dalla prima fila, noto con piacere che dietro di me si era formata una folla immensa di persone (gli organizzatori stimeranno più di 3000 presenze), di cui la maggior parte ormai cinquantenni venuti ad assistere lo spettacolo dei loro beniamini d'infanzia.
Addirittura, durante i cambi di scenografia per passare dal concerto della PFM a quello degli Yes, molti mi hanno chiesto per quale motivo un ragazzino di 16 anni si trovasse ad un'esibizione progressive rock al posto di una pop o in una discoteca; e io ho semplicemente risposto che sono i nuovi ragazzi di oggi che devono portare alta la bandiera del rock e del successivo metal per non far morire generi così storici, così piacevoli all'ascolto, così significativi per intere generazioni.
E' tempo ormai di passare la palla a nuovi gruppi prog del panorama internazionale...e penso che il quelli che si avvicinino di più agli Yes siano i "Porcupine Tree", che potranno diventare i successori e i continuatori di una musica tanto bella quanto complessa.
Anche qui preferisco ricordare il concerto con le parole iniziali di "And You And I", tratta da "Close to the Edge" (1972):

 

A man conceived a moment's answers to the dream,
Staying the flowers daily, sensing all the themes.
As a foundation left to create the spiral aim,
A movement regained and regarded both the same,
All complete in the sight of seeds of life with you.

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 28 Aprile 2011 12:02