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Recensione Birds Of Prey - Weight Of The Wound
Scritto da Stefano   
Martedì 17 Agosto 2010 12:57

Birds Of Prey - Weight Of The Wound (Relapse Records 2006)

 

BirdsOfPray-WeightOfTheWound

Non ci sono dubbi di sorta, dopo aver messo questo purulento cd nel vostro lettore, sapete subito che parte della vostra discografia andrete a risentire, anche solo mentalmente. Non fatevi fuoriviare dal vedere membri degli Alabama Thunderpussy, i The Last Van Zant, Burnt By the Sun etc come partecipanti a questo progetto. Aprite la confezione, guardatevi i titoli, schiacciate play e.. benvenuti nel fantastico mondo degli Entombed. Signori e signore, alla vostra destra potete vedere il peggior r'n'r, grezzo come un redneck in un'osteria, mentre alla vostra sinistra avete il piacere di osservare un claustrofobico death metal, vivace come un piccione schiacciato da un TIR. Ma sappiate, la mistura è esplosiva solo quando si incontrano e producono quel becero e immondo death'n'roll marchio di fabbrica dei suddetti svedesoni Entombed. I Birds of Prey lo riprendono, rallentano certe atmosfere (un pò di sano sludge ci sta anche qua), tirano fuori dalla cartuccera delle grandi occasioni alcune atmosfere (nonchè delle sottili vene melodiche) southern (mutuate, molto probabilmente dalla militanza negli Alabama Thunderpussy) e mettono alla voce una sorta di licantropo con la raucedine acuta, che, abilmente supportato dal gruppo, bercia le più immonde empietà (passando, in certi momenti, anche ad uno scream al vetriolo, non proprio integrato nella struttura).
Non posso garantirvi innovatività, qua non ce n'è dentro neanche un pochino, il canone di Lars Goran Petrov viene ripreso pedissiquamente (anche se al posto dell'hardcore e del suono crust degli svedesi, viene inserita una calda componente sudista) e anche le composizioni non è che si ficchino nel vostro cranio come dei chiodi (o, se proprio vi piace l'immagine gore, come 5 chiodi nel vostro coppino, come dissero non poco tempo fa i Cannibal). Non si notano differenze notevoli fra una traccia e l'altra (pur non annoiando), se non all'altezza della settima canzone, in cui la triturazione viene rallentata e l'atmosfera si fa più pesante e opprimente. Il resto si gioca su canzoni corte e putride. I testi sono un tripudio di smembramenti, sesso, violenza, deviazioni mentali e tutto quello che vi/ci piace trovare in un dischello di burloni del death'n'roll. I testi, nonostante tutto, possiedono una leggera inflessione ironica, che serve per rendere più divertenti tutte le atmosfere ivi raccontate.
Se cercate solo un semplice disco di death, senza troppe paranoie, questo potrebbe essere una discreta scelta, forse non la migliore, ma sicuramente da ascoltare. Se volete qualcosa di più tecnico, di più innovativo, passate a cercare qualcosa di diverso, le uscite discografiche sono piene di dischi che possono regalarvi quello che volete.

GIUDIZIO:

Non so se consigliare questo disco. Cioè, non è un cattivo disco, le atmosfere lugubri ci sono, le carneficine anche, idem per la sporcizia e il vomito tipico del death; ma richiama alla mente gli Entombed con un'insistenza che fa quasi paura. Se proprio devo cercarmi un disco che suona come "Wolverine Blues", perchè non posso prendermi un disco degli svedesi e farmi passare la voglia con gli originali? Consigliato agli amanti degli Entombed e di quel tipo di death'n'roll marcio come carne lasciata al sole per un mese.

6,5/10

Web: //

Lineup:
Ben Hogg - Vokills
Erik Larson - Guitar
Bo Leslie - Guitar
Summer Welch - Bass
Dve Witte - Drums

Tracklist:
1. Mangled by the Mongoloids (ripped apart by the retarded)
2. Hustling the coroner (to overlook the strychnine)
3. Buttfucked with a shotgun barrel
4. Landfill burial
5. Filthfarm of Washington State
6. Front lawn filled with family members
7. Murder of an off duty cop
8. The old lady rots (but the cheeks keep coming)
9. Coke mule
10. To kill a co-worker (you ain't my fucking boss man)