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Recensione Borknagar - Origin
Scritto da Stefano   
Martedì 17 Agosto 2010 14:26

Borknagar - Origin (Century Media 2006)

 

borknagar_origin

I Borknagar non hanno bisogno di presentazioni, questo è ovvio. Dopo l'addio di ICS Vortex (passato ai symphonic-black metaller Dimmu Borgir) e l'entrata in scena del leader del plurimenzionato Vintersorg (Hedlung), i prog-blackster Borknagar sfornano un album totalmente acustico e molto seventies.
Se vogliamo presentare il disco ad una persona che non aveva ascoltato il precedente "Epic" e ha un certo timore trovandosi di fronte un gruppo che è definito black metal, allora si può avvicinare questo "Origin" a "Damnation" degli Opeth (ma anche i Traffic non sono molto lontani ad essere sinceri). I due dischi, è bene ribadirlo, hanno un andamento totalmente diverso, ma il feeling progressivo e seventies li accomuna, tanto da farli sembrare usciti da session contigue.
Chitarre acustiche, flauti, pianoforte, organi Hammond, violini sono solo pochi degli strumenti usati per produrre queste 9 tracce del disco, le quali hanno un andamento epicheggiante (a volte sanno di inserti classicheggianti). La mancanza di parti propriamente elettriche o di tirate oltranziste in puro stile black metal (il classico sporchi, brutti e cattivi e veloci come se avessero il fuoco dell'inferno alle spalle) non inficia minimamente la resa sonora, ma fa guadagnare alle canzoni un mood rilassato e folkeggiante.
Quello che piace è che tutte le canzoni non stufano, complice anche la durata radiofonica (i canonici 3-4 minuti, tranne "Ocean Rise" che dura il doppio).
Le strutture dei brani sono molto eteree, si sostengono sui passaggi di chitarra acustica e, spesso, è il flauto/violino a far da collante naturale, un substrato che guida la composizione.
La componente sinfonica, logicamente, emerge con forza ma senza stufare, donando ai brani un flavour leggermente bathoryano (ma niente pacchianerie simil-viking).
Ottima prova del polistrumentisma Nedland, in assoluto rilievo in tutte le tracce; ma è lo stesso Vintersorg ad imprimere con le sue vocals il trade-mark del disco, creando linee vocali non di splendore assoluto, ma sicuramente incisive per il contesto (un canto-"racconto" che fa ricordare, almeno lontanamente, un altro cantore che stava sotto il nome di Quorton).Art-work essenziale, senza infamia e senza lode.

GIUDIZIO:
Un disco molto apprezzabile. Sicuramente da mettere insieme al fantastico "Damnation" degli Opeth, soprattutto per quanto
riguarda effetto sorpresa e abilità tecnico/compositive per la creazione di un disco attuale dal sound retrò.

7,5/10

Website: www.borknagar.com

Lineup:
Vintersorg - All vocals/choirs
Øystein G. Brun - Electric/acoustic/high string guitars
Lars A. Nedland - Synthesizers/Hammond organ/grand piano/backing vocals/lead vocals on White
Asgeir Mickelson - Drums
Tyr - Bass
Sareeta - Violin
Thomas Nilsson - Cello
Steinar Ofsdal - Flutes/recorders

Tracklist:
1.
Earth Imagery
2.
Grains
3.
Oceans Rise
4.
Signs
5.
White
6.
Cynosure
7.
The Human Nature
8.
Acclimation
9.
The Spirit of Nature