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Intervista Epica (2016)
Scritto da Somberlain   
Sabato 01 Ottobre 2016 10:14

In occasione dell'uscita di The Holographic Principle, nuovo capitolo discografico dell'ormai affermatissimo gruppo olandese, abbiamo colto l'opportunità di intervistare i due chitarristi Isaac Delahaye e Mark Jansen, che si sono mostrati simpatici e disponibili. Ecco quello che ci hanno detto:

- Potete presentarci The Holographic Principle e in cosa si differenzia dai precedenti lavori?

Isaac: Abbiamo nuove canzoni nell'album, questa è la differenza! (ride, nda). Direi che ci sono tre caratteristiche principali. Il primo: The Quantum Enigma è stato un punto di rottura: nuovo studio, nuovo produttore. Questa volta abbiamo lavorato con la stessa squadra, lo stesso approccio del disco precedente. Come secondo punto, abbiamo cercato di fare emergere di più la band metal rispetto alle orchestrazioni. D'altra parte, abbiamo usato un'orchestra vera per le registrazioni del disco, e il risultato lo puoi sentire. Il terzo elemento sono i dettagli. Abbiamo speso molto più tempo a curare i dettagli, molto tempo per ragionare sui ritmi di chitarra, basso e batteria, oltre che voci e cori.

 

- In una precedente intervista avete detto che lavorare con un'orchestra vera desse molti più problemi...

Mark: sì, per questioni relative ai microfoni, e all'ingombro nel mix. Qualche canzone di quest'album è vicina a contenere 1000 tracce, pro tools può solo suonare contemporaneamente e caricare 190 tracce circa; c'è stato un lavoro notevole da parte della produzione, sicuramente non facile.

 

- Quanto tempo avete impiegato a registrare?

I: Abbiamo impiegato due settimane per iniziare a registrare, ma avevamo già fatto un po' di preproduzione; in tutto il disco è stato lavorato in circa 6 mesi.

 

- Venendo ai testi, cosa potete dirci del principio olografico?

M: si tratta di  una teoria espressa da degli scienziati, secondo la quale l'universo è un ologramma. Una teoria molto affascinante, molto misteriosa, che apre molte altre domande. (la questione è un po' più complessa, si rimanda a della letteratura scientifica, nda)

I: l'idea si addice molto agli Epica, e dal punto di vista tematico possiamo considerare questo disco il fratello maggiore di The Quantum Enigma.

 

- Nelle informazioni introduttive al disco forniteci dall'etichetta, tu e Simone vi chiedete se il mondo sia un ologramma e se la realtà nella quale viviamo sia virtuale. Potremmo stare vivendo una realtà virtuale, quindi, secondo voi?

M: è una possibilità, intendo dire che è possibile che noi siamo una intelligenza artificiale. È una teoria anche questa, suona possibile. Mio fratello mi disse una volta che aveva letto nella Bibbia, non so dove, un passo nel quale dio diceva che se gli uomini fossero arrivati a creare a loro volta, sarebbero stati loro stessi degli dei. Se riusciamo a creare una realtà virtuale perfetta a tal punto da non riconoscere la differenza con questa nella quale viviamo, allora diventiamo degli dei. Ma, tornando al tuo quesito, noi non lo possiamo sapere, perché è come se vivessimo in una gabbia. Non siamo in grado di vedere all'esterno, forse lo sapremo quando saremo morti, o forse fra migliaia di anni.

I: a ogni modo, la commistione fra realtà e realtà virtuale è già in corso, e alcune persone non vedono più la differenza tra realtà e realtà virtuale. Guarda oggi, ci sono molti input: internet, i social network, i giochi per pc sono già realtà virtuali.

 

- A livello tematico, quello che ci si può aspettare da questo The Holographic Principle si intravede già dal buco nero in copertina...come mai questa scelta?

I: beh, ci sono due cose terrificanti nell'universo. I buchi neri e satana, ma quest'ultimo solo per le persone religiose, si intende. Alcuni considerano i buchi neri un passaggio per altre dimensioni o cose del genere, ma non c'è alcuna prova fisica di questo. È ancora un qualcosa di sconosciuto, nessuno sa cosa sia realmente.

 

- Da cosa traete ispirazione per i vostri testi? Letteratura scientifica, film...?

M (che devia sapientemente la domanda, nda): Sono arrivato dagli altri con un'idea sommaria del concept attorno al quale far ruotare il disco, ma non avevo ancora un'idea completa di tutto. Simone ha apprezzato e ha scritto parte dei testi. In seguito abbiamo aggiunto molte cose, da diverse angolazioni. Lo stesso principio vale musicalmente: abbiamo, per restare in tema, cinque big bang, poi mettiamo le idee sul tavolo e ne discutiamo assieme. Nessun musicista sa dirti da dove gli arriva un'idea. L'idea è lì, qualche volta ti svegli con una melodia in testa, non sai da dove sia comparsa. Ovviamente devi sforzarti a curare e levigare le idee, ma queste non sono frutto del musicista, arrivano da qualche parte...

 

- Magari è quello che esce da un buco nero...

I: esatto! (ride), non sapremo mai da dove arriva un'idea.

 

- Tornando alla nostra realtà, intraprenderete un tour, che toccherà ovviamente anche l'Italia...

I: Non posso dire che cose positive dell'Italia, per tante e ovvie ragioni: bel tempo, ottimo cibo, la passione dei fan. Suoneremo sicuramente cose nuove, ma anche canzoni che non suoniamo da un po', e la line up è interessante: i Powerwolf sono uno dei gruppi di punta in questi ultimi tempi, i Beyond The Black sono un'ottima band.

 

- Tempo fa chiesi a Mark (Jansen) cosa avrebbe voluto fare nella vita se non fosse diventato un musicista. Lui rispose che gli sarebbe piaciuto essere un ciclista. E tu, Isaac, cosa avresti voluto fare?

I: Non avrei voluto essere un ciclista (ride). Difficile da dire, ho iniziato a suonare quando avevo 8 anni, e praticamente nella mia vita conta quasi solo la musica.

 

- L'intervista è conclusa, concludete come volete.

Marc: dedico le nuove canzoni a Nek e a Vasco. Sono grandi ispirazioni per il nostro lavoro (ride)

Ultimo aggiornamento Sabato 01 Ottobre 2016 10:17