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Metal Camp 2010
Scritto da Curtis   
Sabato 06 Novembre 2010 14:39

Metalcamp 2010
10 Luglio, Tolmino (SLO)

 

Il  MetalCamp è come tutti I festival metal europei un luogo a se…vige la legge del metallo..le risse si sedano a suon di birra ed headbanging e tutti coloro che non sono vestiti di nero sono bestie strane. Condisci tutto questo con musica assordante, borchie ed anfibi e voilà… che la festa inizi!

Per TMI vari problemi quest’anno hanno costretto il nostro staff a ridurre le giornate di partecipazione al rituale sabbah estivo, ma comunque non ci hanno impedito di fare una capatina oltre confine, varcare le soglie della ridente e verde (te credo con quanto piove…) Tolmino per curiosare cosa avviene durante il sabato..

Ma veniamo ai fatti..
Quando ci addentriamo nell’area concerti stanno suonando i connazionali D-Swoon, di cui ahimè non possiamo dire molto se non che si cimentano in una sorta di metal-prog-core..purtroppo per noi la priorità in questo momento è la birraaaaaa!!!Qualche chiacchiera, ancora birra, poi ancora chiacchiere metre in sottofondo scorrono le note di Insommnium e Heidevolk e senza manco accorgersene è giunta l’ora degli Exodus!!!
Non ci può esser festival di musica metal che non presenti nella bill almeno una storica thrash metal band. Questo genere musicale si presta perfettamente come genere d'apertura, come intramezzo a sole calante o come headliner. Coglie e stimola emozioni, risveglia e ristora la sete di potenza e coinvolgimento. In questo caso l'organizzazione colloca i californiani a metà scaletta, quando ancora più di qualcuno rinfresca le proprie mebra ustionate nel gelido corso del fiume Isonzo. Poco male, sotto il palco una schiera di forsennati attende l'uscita del quintetto mentre alcuni si collocano seduti all'ombra degli alberi che costeggiano la mini vallata che abbraccia il main stage. E il via alle danze ha inizio: i primi due brani tratti dall'ultimo full-length "Exhibit B:The Human Condition" mettono in moto la turbina del circle pit, per l'occasione annaffiato dalla security (non si sa mai che qualcuno schiatti sotto 35° di calore!). Fango in abbondanza e il circle pit perde controllo, allargandosi, vedendo pezzi scivolare per poi rialzarsi (non sia mai che il turbine rallenti!). Via altri tre brani devastanti come Iconoclasm, Blacklist e Children of a Worthless God, e via ad altri incontrollati tornadi di fan sotto il palco. Basta un cenno del cantante Rob Dukes e la bomba esplode. Puro divertimento nel vedere ragazzi insozzarsi di terra umida? No, vero onore. Basta poco al cantante per puntare il dito verso coloro che assistono allo show sotto l'ombra e urlare loro, con fermezza, improperi a dito medio alzato. Poco cambia, il sole picchia forte, tanto quanto il genere proposto dal combo di San Francisco, e risulta più sopportabile goder del concerto da posizioni 'rassicuranti'. Via via gli Exodus scaricano le loro cartucce, più due bombe, quella Toxic Waltz (tratta da "Fabulous Disaster" del 1988) e Bonded by Blood, title track del capolavoro di carriera uscito nel 1985. Perfetti, naturali, immortali.
Passano i minuti ed ecco ch’è la volta di Dark Tranquillity, band svedese xche ormai non ha più bisogno di presentazioni. Sono in giro da vent'anni e che fanno spettacoli ben al di sopra della media degli altri. Anche questa volta non scherzano. Non per nulla sono tra i grandi del metal, o no? Un'ora e un quarto di pura emozione melodica, uno show che pochissime altre band saprebbero ripetere anche con questa calura che va spegnendosi. Misery's Crown viene eseguita talmente bene che a momenti mi viene da piangere, peccato abbiano lasciato fuori Punish My Haven, ma in compenso hanno fatto The Fatalist ome opener, dall'ultimo album, in maniera tale che ha preso una piega tale da essere più bella che da disco. Con un leader carismatico come Stanne l'impatto live è assicurato, e pezzi come At the point of Ignition, Dream Oblivion e la fantastica Lost to Apathy mettono d'accordo tutti. Sarà stata la resa, le tastiere più presenti o semplicemente il fatto che i Dark Tranquillity live ci sanno fare? Sì di certo!E’ stato un concerto perfetto!

In un Metal Camp che molto spesso ha parlato finlandese, non potevano non mancare i troll più famosi del folk metal, coloro che hanno creato e rivoluzionato un intero genere. Svestiti ormai da un paio di album del loro aspetto più festoso, i Finntroll ci hanno nuovamente presentato il loro volto più brutale e feroce, complici veri e propri uragani sonori come la celebrata Solsagan o una En Mäktig Här da strappare la pelle. Il cambio d'aspetto ha certamente influenzato anche la resa live, e i sei troll finlandesi appaiono live sempre più distaccati, a differenza dei tempi di Wilska, che trasformava ogni concerto in una specie di post-rissa da taverna o addirittura dei tempi gloriosi di Katla e Henri, che facevano del "pochi ma buoni" una vera bandiera dedicata al grottesco e alla goliardia insensata anticristiana. Vreth è una superstar e recita il suo Trollhammaren perfettamente mandando in visibilio la folla, anche se ho sentito alcuni dei più giovani lamentare una differenza molto marcata tra l'album e le prestazioni live. Il problema ovviamente risiede nella mancanza di tutti quei sample orchestrali che rendono il disco più ricco e di spessore, difficilmente riproducibili live. Il giudizio complessivo è una prestazione piacevole ma non stellare. I suoni erano leggermente impastati e la band sembrava quasi volersi sbrigare ad andarsene.
Ed eccoci all'evento dell'anno, il piatto forte del MetalCamp! Dopo una reunion che sapeva di boiata ma con un nuovo album a dir poco eccellente, gli Immortal ritornano a calcare le scene per un tour dei festival estivi. È stato emozionante. Posso dire di aver visto il tour di reunion degli Immortal, una band che ha fatto la storia del metal estremo partendo da black, sconfinando del thrash e, a mio dire, prendendo la strada che era stata intrapresa da Quorthon coi Bathory, ovvero del black dalle tinte epiche.
L'esibizione è spettacolare. 
Si comincia con All Shall Fall e si salta avanti e indietro per tutta la discografia del trio svedese. Potete anche solo immaginare quanto sia stato bello, purtroppo non ci sono parole. La nebbia artificiale avvolgeva costantemente i tre, ma non importava vederli proprio distintamente, perchè l'importante era ascoltare. Conclusione sempre nella freddezza generale con One By One dopo un sorprendente Antarctica e una veloce uscita di scena. Una presenza importante, ma evidentemente la stanchezza ha iniziato a farla da padrona. Meravigliosi.

Si conclude così la nostra serata ed il MetalCamp..ci avviamo verso le tende con l’ennesima birra in  mano, dispiaciuti che quest’anno per noi la festa sia stata così breve, ma convinti che di certo non sarà l’ultima volta per noi a questo festival, che non solo è per noi vicino a casa ma che è sempre una scoperta.