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Recensione Cadaveria - Horror Metal
Scritto da BloodyMarha   
Lunedì 30 Gennaio 2012 15:15

Cadaveria – Horror Metal (2012, Bakerteam Records)

Se avessi a disposizione solo una parola per descrivere, questo album, a chi non l’ha ancora ascoltato, userei senza dubbio “disarmante”. È più o meno ciò che ho pensato io dall’inizio alla fine di “Horror Metal”.
Tanto per cominciare, dimentichiamo i ritornelli catchy di “In Your Blood” ed entriamo in una dimensione più grezza, meno patinata, in favore di un livello più diretto, un po’ splatter se vogliamo rimanere su termini cinematografici.
L’apertura è affidata a “Flowers In Fire”, dotata di una intro inquietante ed orrorifica, che ci introduce, all’opening che nessuno si aspettava (meglio precisare, che io, già mi aspettavo la sparata di chitarre, batteria e growl), ovvero un ritmo lento, doomiano che non si lascia trascinare in turbinii black senza prima farci esitare (bella mossa!); una ninna-nanna maledetta che è destinata a diventare il prossimo cavallo di battaglia della band.
Si scende così in un disco che alterna sapientemente un cantato pulito a growl e screaming senza pietà, e nonostante i richiami all’epoca black di “The Shadow’s Madame”, questa volta ci troviamo di fronte una prova più complessa, dove la monotonia è bandita e ogni forma di progressione è concessa.
Di spicco brani come “Death Vision” e “The Days of The After and Behind”, giocati sulla carta di un black-doom rivisto e corretto, complici un songwriting protagonista tanto quanto le tele intessute dai chitarristi Frank Booth e il novello Dick Laurent, artefici di un clima esoterico e a tratti teatrale, che permea per tutta la durata di “HM”.
Si passa così, con facilità da tracce come “Whispers of sin” diretta e cruda, la quale sorprendentemente sfocia in giochi di melodie e mai banali; al notabile esperimento effettuato in “Assassin”, aperta da un’orchestrazione ancora una volta scenografica, seppur sovrastata quasi subito dalla scarica metal.
“Apocalypse” si impegna a creare una connessione tra passato e presente, con la cavalcata death che è un chiaro rimando ai precedenti lavori dei CADAVERIA, nello specifico il disco “Far Away From Conformity”. A seguire “The Oracle (of the Fog)”, brano lanciatissimo che si schianta nel finale su di un giro melodico di chitarra, capace ancora una volta di stupire; e “Requiem”, brano musicalmente ricco di strutture interne e dotato di un testo annoverabile tra i più interessanti (leggi irriverenti) che Cadaveria stessa abbia mai scritto.
E così “Horror Metal”, come inizia, con circospetta calma, chiude,  con“Hypnotic Psychosis” in maniera così plateale quanto semplice che non si può fare a meno di pensare che fosse anche quell’uscita una mossa calcolata nei minimi dettagli.
Un ritorno da red carpet quello dei CADAVERIA, band sempre attenta alla qualità del proprio lavoro e mai vittima dei cliché. Ça va sans dire, impossibile giudicare “Horror Metal” con un solo ascolto, ogni canzone racchiude una quantità di accorgimenti che sarebbe un peccato perdere nella foga del momento. Fate finta che questo album sia come un bicchiere di vino, prendetevi il tempo per assaporare ogni dettaglio, centellinatelo e gustate il suono accompagnato dalle parole come sempre taglienti e talvolta dissacranti. Non ve ne pentirete. 


Voto: 9

Website: www.cadaveria.com

Line-up:

Cadaveria: voce
Frank Booth: chitarre
Dick Laurent: chitarre
Killer Bob: basso
Marçelo Santos: batteria

Tracklist:

1. Flowers In Fire  
2. The Night's Theatre  
3. Death Vision  
4. Whispers of Sin  
5. Assassin  
6. The Days of the After and Behind  
7.  Apocalypse  
8.  The Oracle (Of the Fog)  
9. Requiem  
10. This Is Not the Silence  
11. Hypnotic Psychosis