live in italy

01.11.2024
Menu Principale
Risorse
Murderletter
Nome:
Email:

 

online poker

SWFobject

Contenuto alternativo flash

È necessario aggiornare il tuo Flash Player

Get Adobe Flash player

FacebookMySpaceTwitterGoogle BookmarksLinkedinRSS Feed
Recensione Rotting Christ - A Dead Poem (20 anni dopo)
Scritto da Stefano   
Domenica 27 Agosto 2017 08:48

Rotting Christ - A Dead Poem

602

 

Come fai a superare un disco eccezionale come Triarchy Of The Lost Lovers (uscito nel 1996)? Se lo sarà chiesto anche Sakis Tolis, mastermind dietro tutti i dischi passati, presenti e futuri dei Rotting Christ.
O forse no e se ne sarà sbattuto le balle continuando sulla strada del keep the spirit alive.
Il livello di adorazione che abbiamo a TheMurderInn per i greci Rotting Christ è a livello hooligans, perciò riusciamo a trovare motivi di gioia e gaudio anche in Sleep Of The Angels del 1999 (il loro disco più debole ad oggi), figuriamoci quando abbiamo un disco come A Dead Poem che, di momenti buoni, ne mette insieme diversi.
Ho fatto il passo del gambero ubriaco con i greci, partito con Triarchy… sono passato a Thy Mighty Contract e poi via col passo a zig-zag a seconda dell’umore.
Il mattino ha l’oro in bocca, cita il proverbio, e io vedo Sorrowfull Farewell Among Two Storms che mi tengono là con gyros e tzatziki a festeggiare un nuovo dischello degli amati greci. Perché vuoi te le contaminazioni con quel mood inglese (maledetta Albione) e il sound un po’ gothic e un po’ Paradise Lost che ha stroncato le gambe a tanti gruppi dell’epoca, ma Sakis&Co. non si fanno spaventare più di tanto e lo maneggiano inserendolo nel loro sound e non facendo il processo contrario.
Credo che il processo si chiami contaminazionenon svaccare, ma dovreste chiedere delucidazioni a recensori più sapienti di me.
La svolta gothic-piaciona di alcune band mi aggrada (in certo modo), soprattutto quando sono nel mood giusto. Non ho voglia di un sound pesante, non ho voglia di sbattermi troppo ed ecco che un dischello di metà anni ’90 con quelle atmosfere ti fa arrivare a sera senza troppe bestemmie. Questo per dire che, all’ascolto e in retrospettiva, non parto prevenuto e, vi giuro, non gliene voglio neanche che hanno cambiato logo.
Poi anche i greci sbanderanno un po’ con Sleep Of The Angels, ma teniamo presente che i Rotting Christ sono un gruppo che, dal lontano 1986, tengono alto il PIL della Grecia con millemila tour e dischi ogni 2/3 anni, perciò un minimo di incertezza gliela si può concedere.
Ma su A Dead Poem sono ancora in bolla e recuperarlo, a distanza di vent’anni, è ancora un bel sentire.